La “mia” Festa Antifascista

Sono fra gli organizzatori della Festa Antifascista di Marina di Massa.                           Quando ti imbarchi in un’impresa del genere, lo fai con diverse idee in testa, con l’entusiasmo del “fare”, con la voglia di incidere. Lo fai perchè credi nella tua capacità di dire qualcosa di Antifascista…

L’altro giorno provavo a riflettere sul significato di militare in una realtà che si definisce Antifascista, e, quindi, sull’Antifascismo. Sulla necessità di definire in positivo un qualche cosa che si caratterizza per essere prima di tutto la negazione di un qualcos’altro. Ho sempre pensato che essere Antifascista fosse in primo luogo opporsi alle caratteristiche politico-culturali di quel movimento confuso e superficiale che è stato il fascismo. Quindi al razzismo, al nazionalismo, al maschilismo patriarcale, all’ordine imposto, al rifiuto dell’alterità. Ma anche all’anti-egualitarismo, al militarismo, al senso dell’onore e della virilità, alle strutture gerarchiche e alle istituzioni liberticide.

Poi però, quando ti rendi conto che il tuo ruolo, il ruolo di una realtà collettiva, è quello di incidere nel mondo che ti sta intorno, quando vedi le caratteristiche e gli effetti della nostra società, capisci che tutto questo è insufficiente, che c’è bisogno di prospettare e teorizzare qualcosa di altro. E soprattutto ti rendi conto che il fascismo non è altro che lo sviluppo del Capitalismo in una sua particolare fase storica e che per combattere il Fascismo occorre prima di tutto adoperarsi con tutte le forze per superare il Capitalismo. In quest’ottica ho sempre pensato che l’obiettivo che dobbiamo porci, immediato anche se non immediatamente raggiungibile, è il superamento dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo…

Ero immerso in questi pensieri, l’altro giorno. Che si accavallavano con le necessità pratiche che l’organizzazione di una Festa comporta. E su ciò che ti aspetti, su quello che vorresti, sul clima che ti piacerebbe proporre ai frequentatori.

Una cosa su tutte dobbiamo evitare. Quel clima triste, nostalgico, di una militanza stantia, che spesso accompagna le iniziative dei compagni. Ho voglia di divertirmi e di proporre divertimento. Ho voglia di far emergere la mia idea di altro mondo da realizzare. Ho voglia di musica militante, di chiacchere notturne, di tempo passato con i compagni.

Abbiamo bisogno di allargare i temi di questa festa. Uno su tutti l’Antisessismo, tema che incredibilmente i compagni faticano a rendere proprio. Eppure in Italiae non solo, la situazione per la donna sta progressivamente tornando a peggiorare. Eppure il femminicidio è un crimine così diffuso da esser diventato prerogativa culturale del maschio italiano. Ebbene, io vorrei che se ne parlasse, dibattesse.

Pensieri che si alternano e si impongono, mentre la Festa si avvicina. Vi aspetto tutti compagni e amici, con tutto l’entusiasmo che possiamo metterci.

A questo indirizzo tutte le informazioni sulla festa:  http://fornoantifascista.wordpress.com/

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Una risposta a La “mia” Festa Antifascista

  1. Gianmaria scrive:

    Un primo bilancio della Festa è straordinariamente positivo. Ciò che auspicavo, che speravo si è realizzato. Anzi siamo andati oltre le previsioni. Come partecipazione, ma soprattutto come clima. Spero che i partecipanti abbiano vissuto il tutto col mio stesso entusiasmo.
    A Massa si sta realizzando qualcosa di importante: la crescita di una generazione ribelle e antifascista, che si sta saldando con i militanti di lungo corso.
    Ora spetta a noi trasformare questa possibilità in qualcosa di effettivo.
    Il lavoro è lungo ma la partenza è bellissima.

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