Le mie nove domande ai candidati sindaco (se avessi l’autorevolezza per essere ascoltato..)

Il prossimo maggio anche a Massa si terranno le elezioni amministrative. Personalmente ho scelto un terreno completamente diverso da quello elettorale e della rappresentanza per la mia attività politica: l’esperienza mi ha mostrato una strada differente e ben più efficace fatta del protagonismo di tutte e tutti, che prende il nome di autorganizzazione e parte dal basso.

Tuttavia sono conscio del fatto che il livello amministrativo non  può lasciare indifferenti, pur non condividendo una pratica politica che attribuisce esclusivamente ai luoghi di potere il centro delle decisioni.

A questo proposito mi chiedo, rispetto ad alcuni dei temi che hanno contraddistinto l’azione dei Movimenti, quale sia il punto di vista dei candidati sindaco, quale la loro visione su alcune delle lotte che, nel mio piccolo, ho contribuito a mettere in piedi e che condivido con le aree antagoniste di questo paese.

Chiaramente non mi aspetto che le mie idee facciano parte dei programmi elettorali, nè tantomeno penso che una trasformazione dell’esistente possa passare da una semplice scheda. Tuttavia sono curioso di capire quale tipo di contaminazione un candidato sindaco può ricevere da una generazione ribelle e antagonista. In fondo “domandare è lecito, rispondere è cortesia”.

 

1) Antifascismo. Nella nostra città esistono le sedi di due forze che ufficialmente e pubblicamente si richiamano al fascismo. Noi da tempo chiediamo l’inagibilità politica di queste realtà e la chiusura delle loro sedi. Il candidato sindaco come si comporterebbe rispetto a queste richieste? Sarebbe disponibile a prendere pubblicamente una posizione contro queste aggregazioni e a impegnare la giunta a fare tutto il possibile per limitarne l’agibilità?

2) Diritto alla casa. La società contemporanea, con la crisi del Capitalismo, sta producendo disastri sociali, calpestando i diritti delle persone, primo fra tutti quello della casa. Il candidato sindaco si impegnerebbe a realizzare una moratoria sugli sfratti? Si impegnerebbe a costringere i proprietari di case sfitte a concederne l’uso attraverso un controllo degli affitti? Si impegnerebbe a realizzare un investimento nell’edilizia popolare, scontrandosi in tutto e per tutto con i veri poteri forti del nostro comprensorio, quelli del mattone?

3)Spazi sociali. Esiste in Italia da almeno un ventennio un’esperienza politica dal basso di recupero degli spazi sociali, attraverso occupazioni, caratterizzate dalla riutilizzazione di luoghi altrimenti abbandonati e contraddistinte da politiche di uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà. Il candidato sindaco come si rapporta con tali esperienze, anche laddove rimettano in discussione il concetto di legalità?

4)Sanità/condizioni di vita. Un altro ambito in cui la crisi di questo capitalismo al tramonto agisce è quello del diritto alla salute. I cittadini delle fasce più deboli, i malati, gli psichiatrici, i disabili, stanno più di tutti subendo gli effetti di questa situazione, favorita inoltre dal buco economico della nostra ASL. E’ disposto il candidato sindaco a farsi carico dei problemi di queste fasce deboli, investendo sull’aiuto alla persona e su tipologie lavorative che si occupino degli altri? E’ disposto a farlo anche quando le direttive regionali, gli istinti tecnico-burocratici di direttori generali e funzionari vari, tagliano la spesa indiscriminatamente?

5)Immigrazione. Questa città, non più tardi di due anni fa è stata attraversata da una magnifica protesta per la dignità: l’occupazione del Duomo da parte di alcuni migranti per il permesso di soggiorno. Il candidato sindaco è disposto ad impegnarsi sul fronte immigrazione con dichiarazioni non formali, che portino realmente la nostra città ad essere un laboratorio dell’accoglienza? E’ disposto a creare luoghi meticci di relazione culturale, a favorire l’integrazione, a costituirsi baluardo contro le prevaricazioni? E’ disposto a concedere, a livello simbolico, un permesso di soggiorno fittizio a tutti coloro che attraversano il nostro territorio? E’ disposto a fermare la caccia al più debole che ogni estate si scatena sui lavoratori ambulanti delle spiagge e del litorale?

6) Questione di genere. In Italia esiste un problema culturale di prevaricazione maschile, che si esplicita in un dominio degli uomini nei luoghi di potere e si configura nel terribile fenomeno della violenza sulle donne. E’ disposto il candidato sindaco a riconoscere in questo un problema socio-culturale del maschio italiano? E’ disposto a realizzare politiche per contrastare questo dominio e per incidere culturalmente sul tessuto sociale della città? E’ disposto a creare un programma di riflessione nelle scuole su questo tema?

7) Grandi opere. Esiste un progetto folle che i poteri forti di questo paese potrebbero ben presto mettere all’ordine del giorno. Si chiama Traforo della Tambura. Noi, come centinia di altri cittadini stiamo cercando di sensibilizzare sull’idiozia di questa idea. Il candidato sindaco è disposto ad assumersi la responsabilità pubblica di opporsi totalmente a qualsiasi tipo di progetto che metta in discussione l’ambiente e la qualità delle nostre vite?

8) Ambiente. Il nostro comprensorio ha vissuto anni di incuria e di superficialità, nei quali il territorio ha subito enormi danni per una sfrenata speculazione edilizia, favorita molto spesso da condoni e mancanza di controlli. Il candidato sindaco è pronto a segnare una totale inversione di tendenza, arrivando ad opporsi a questo scempio, a costo perfino di veder scemare la propria popolarità?

9) Lavoro. In epoche di crisi e in un ambito come il nostro, siamo consci che un’amministrazione ha difficoltà a realizzare politiche del lavoro realmente efficaci. Da parte nostra chiediamo però un altro tipo di  impegno. Il nostro territorio ha una risorsa importante nel turismo, nel quale tuttavia, si assiste a uno sfruttamento “legalizzato” di centinaia di ragazzi e ragazze, assunti in nero, sottopagati, che lavorano molte più ore rispetto a quelle contrattate. E’ disposto il candidato sindaco a organizzare dei controlli più efficaci e quindi a contrastare questo fenomeno?

 

Queste sono le mie 9 domande. Questo è il mio approccio alla politica e il contributo che vorrei dare alla città nella quale viviamo. Non ho l’autorevolezza per essere ascoltato, ma ho certamente la volontà di lottare quotidianamente per una società diversa.

 

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3 risposte a Le mie nove domande ai candidati sindaco (se avessi l’autorevolezza per essere ascoltato..)

  1. Gianmaria scrive:

    Questa è la risposta della candidata sindaco Gabriella Gabrielli:

    1)Come assessore uscente di una giunta che ha istituito l’Ufficio della Memoria, ha istituito una Mostra permanente della Resistenza, ha costruito I sentieri della Memoria, coinvolgendo in questo percorso migliaia di giovani, credo che la mia collocazione politico-ideologica sia più che chiara. Di fronte alle vostre richieste di prendere posizione contro realtà che si richiamano al fascismo, non avrei dubbi né nessun problema a prenderne le distanze, cosa che ho già fatto in alcune occasioni. Se la vostra domanda invece mi chiede la chiusura delle loro sedi non posso che rispondere che il Sindaco non può fare tutto come Voi sembrate pensare. Il Sindaco non può chiudere sedi di movimenti o partiti, specie se alcuni di essi vengono ammessi alle elezioni politiche. La vostra, e la mia battaglia, deve essere diretta verso coloro che sono deputati a prendere queste decisioni.

    2)Chi ha seguito il mio lavoro di questi ultimi cinque anni sa che il tema della casa è stato un punto cruciale della mia agenda politica. Abbiamo cominciato a riconsegnare le case di edilizia popolare, abbiamo istituito il Comune Garante, abbiamo impostato un lavoro che nel giro di pochi anni consegnerà alla nostra città ulteriori abitazioni popolari (al mattatoio, nell’area della Gioconda….) Se sarò eletta Sindaco di questa città, lavorerò per attivare un Housing sociale per accogliere le famiglie sfrattate e in particolare le donne sole con figli. Quando invece mi chiedi se mi impegnerei per realizzare una moratoria sugli sfratti, ripeto che posso reclamarla ma non ho il potere di deciderla né di farla applicare: questo è un compito del Parlamento. Il Sindaco può adoperarsi a trovare soluzioni, a invitare i proprietari a trovare soluzioni positive (come il Comune Garante), ma nulla di più. Condivido invece la necessità di un nuovo piano di edilizia popolare che dovremo però fare non consumando territorio, ma intervenendo ristrutturando e cambiando destinazione d’uso al già costruito.

    3)Da assessore alle Politiche sociali, ho avuto e ho tuttora un filo diretto con gruppi di giovani che hanno occupato per esempio la Casa Rossa, per i quali ho agito anche da intermediario proprio per evitare derive rischiose. Ma credo che tu sappia che l’unico modo per superare la denuncia e la riappropriazione del bene da parte dei legittimi proprietari è stato possibile grazie alla proposta avanzata dalla sottoscritta e dal Sindaco di Montignoso di avere in affitto quei locali, rientrando nel concetto di legalità. Credo, inoltre, che l’Amministrazione debba impegnarsi a recuperare tutti gli spazi pubblici abbandonati o in degrado e metterli a disposizione dei giovani e delle associazioni.

    4)Ho già fatto fronte a tutto questo, nonostante i tagli alla spesa. Nel 2010 siamo riusciti ad aumentare la spesa sociale di 1 milione di euro, una scelta politica e amministrativa forte. Abbiamo istituito le “borse lavoro” per le famiglie in difficoltà e, pur essendo stati costretti a ridurre l’importo mensile in seguito a tagli regionali, le abbiamo mantenute.
    Disabilità e fasce deboli sono questioni a me molto vicine. Con il progetto Dopo di noi, ci siamo preoccupati di garantire un futuro più sicuro alle persone disabili che restano senza famiglia e lavorerò per realizzarlo definitivamente. Per aiutare le persone che soffrono di maggiore precarietà economica, il Comune ha concesso il Magazzino delle Ghiare per lo stoccaggio del Banco alimentare, realizzato con il progetto provinciale Consumatori invisibili, che si ispira al Last Minute Market. Gestito dalle associazioni del volontariato, finora ha distribuito gratuitamente prodotti a lunga conservazione, ora si partirà con il fresco.

    5)Credo di aver già dato un segnale forte creando un nuova sede, più grande e dignitosa, per l’Ufficio immigrati che in questi cinque anni ha lavorato incessantemente per far sì che l’accoglienza, l’integrazione e il dialogo interculturale non fossero parole vuote. Abbiamo aperto una postazione di Re.Si.Sto, sportello informativo e per il rilascio del permesso di soggiorno per stranieri, abbiamo avviato contatti con L’altro diritto, un’associazione che si occupa di diritti di immigrati a livello regionale. È ormai giunto alla terza edizione il corso di alfabetizzazione per stranieri, rivolto soprattutto alle donne (con servizio di babysitteraggio), seguito da oltre 100 donne straniere che vivono nella nostra città. Abbiamo realizzato il progetto “A scuola tutti insieme” che promuove l’intercultura. Restano ancora tante battaglie da fare per una reale, completa integrazione, nel rispetto delle differenze ed io continuerò in questa direzione.
    Rispetto al permesso di soggiorno fittizio sarebbe un gesti non concreto incapace di produrre un reale cambiamento della vita degli .
    Da parte dell’amministrazione che io guiderò ce i cittadini lo decideranno non ci sarà nessun atteggiamento persecutorio fermo restando il rispetto della legalità da parte di tutti.

    6)Questa domanda mi sorprende perché presuppone che l’interlocutore possa essere solo un uomo. Forse è sfuggito che esiste anche una candidata donna alle elezioni amministrative di Massa.
    Personalmente ha già avviato diversi percorsi di accoglienza per donne vittime di violenza, che ha come priorità investire nella Rete dei Servizi per combattere la violenza di genere e mi sono adoperata perché la “Carta Europea dei diritti delle donne” fosse votata dal Consiglio Comunale di Massa e sottoscritta dal Sindaco. Anche il Parlamento Europeo, lo scorso 8 marzo, ha ribadito la necessità e l’urgenza di abbattere gli stereotipi di genere, problema non solo italiano, intervenendo già nella scuola primaria, in modo da creare una nuova cultura dove i ruoli non siano precostituiti e dove ciascun individuo venga riconosciuto nella propria individualità.
    Come assessore alle politiche sociali, ho patrocinato un progetto dell’Associazione Mafalda e l’associazione Arpa, per formare le operatrici di un futuro Centro antiviolenza nella nostra città, e abbiamo appena vinto il bando regionale con i relativi finanziamenti.
    Inoltre, se si parla di genere, non possiamo più limitarci al maschile e al femminile. In questi ultimi anni, l’identità sessuale ha assunto fisionomie plurime, anch’esse soggette al problema culturale della prevaricazione maschile. È per questo che abbiamo avviato le procedure per uno sportello LGBT (dall’acronimo inglese Lesbian, gay, bisexual, trans gender), in collaborazione con l’Associazione AGEDO (genitori di persone omosessuali) Quindi come avrete capito, sì penso che ci sia un problema socio-culturale del maschio italiano.

    7)Su questo punto basta leggere il mio programma. Sono, e siamo, assolutamente contrari a questo progetto.

    8)Ho le tue stesse preoccupazioni rispetto al nostro territorio e non è un caso che nel mio programma di candidata a sindaco ha fatto della Cura del territorio la mia priorità. Credo che un territorio ha bisogno di regole semplici e chiare, capaci di dare risposte ai bisogni dei propri cittadini. Quando ci sono i condoni edilizi , come tu sai, sono decisi da una legge vuol dire che non hanno funzionato i controlli ma spesso vuol dire anche che gli strumenti urbanistici non sono adeguati ai cambiamenti sociali né ai cambiamenti economici. L’Amministrazione Comunale ha il dovere di aggiornare i suoi strumenti di programmazione e di far fare i controlli sul territorio. Il mio impegno sarà diretto a licenziare immediatamente il Piano strutturale ed approvare il Regolamento Urbanistico proprio per dare certezze su cosa si può fare e cosa non si può fare.

    9)Quasi inesistenti sono le competenze di un comune in materia di lavoro, solo con opere pubbliche di manutenzione si può direttamente contribuire a offrire occasioni di lavoro alle imprese che vincono le gare, ma in tempi di crisi come quelli che attraversa il nostro paese, con il patto di stabilità per contenere il debito pubblico, poche sono le opportunità che si possono costruire. Il nostro territorio vive sull’industria, sul terziario avanzato e sul turismo: sono i tre motori del nostro sviluppo, e quando vi è crisi, il turismo e il commercio subiscono un calo enorme come sta succedendo nel nostro paese e nella nostra città. E’ conosciuto il fenomeno del lavoro nero e a settembre i patronati sindacali vedono molti giovani lavoratori e giovani lavoratrici che vanno a rivendicare i loro diritti. I controlli devono essere più stringenti: faccio presente che questo è un compito degli ispettorati del lavoro, degli istituti previdenziali che dovrebbero incentivare la loro presenza.

  2. Gianmaria scrive:

    Questa è la risposta del candidato sindaco Riccardo Ricciardi:

    1
    L’apologia di fascismo è uno dei reati più odiosi, specialmente in una terra come la nostra che ha sacrificato molte giovani vite per la causa della Liberazione. Purtroppo i margini, che un’amministrazione comunale ha, per non fare esercitare questi gruppi, sono pochi. Quello che si deve fare è agire culturalmente e socialmente affinché un adolescente non si faccia adescare da
    queste bande di violenti che nulla hanno a che vedere con la politica. Innanzitutto partire dal degrado economico e valoriale che purtroppo attanaglia la nostra società. La cosa che mi spaventa è che fino a una quindicina di anni fa, quando frequentavo il liceo, questo fenomeno era pressoché
    inesistente. Cos’è successo in questo periodo? E’ solo colpa della crisi economica? E’ solo colpa dei nostri governanti che spesso hanno sdoganato questo orrore della storia? E’ solo colpa della paura di culture, diverse dalla nostra, che hanno indotto a giocare sulla pancia delle persone per ottenere
    consenso elettorale? E’ anche colpa di chi ha sempre difeso questi valori, che però ha perso contatto con alcune parti della società? Forse è questo insieme di cose o forse esistono ancora altre domande.
    Non basta più il meraviglioso discorso di Calamandrei declamato il 10 aprile (o il 25). Non basta più cantare “Fischia il vento”. Non basta più urlare “Bella Ciao”. Bisogna interrogarci seriamente e cercare delle risposte perché sennò potrebbe diventare troppo tardi. Chiedo anch’io a te (non polemicamente ma perché anch’io me lo sono chiesto più volte): sono utili le contromanifestazioni? Non si dà più risalto a queste iniziative nel momento in cui le si contestano
    platealmente? Non sarebbe più utile ignorarli in questi momenti e contrastarli in altri modi? Parlo ovviamente a livello politico e non di amministrazione che, come detto sopra, commetterebbe un grave errore di sottovalutazione a non combattere questi fenomeni.
    2
    Il nostro programma sull’edilizia comprende due punti chiave: censimento degli immobili sfitti per trovare una soluzione di compromesso, insieme ai proprietari, al fine di poterli utilizzare per dare un tetto alle persone più bisognose. Il secondo punto, in termini di edilizia, è il recupero dell’esistente:
    basta colate di cemento, ma solo ristrutturazioni in bioedilizia. Il nostro territorio non può sopportare neppure un mattone in più. Chi vuole speculare con palazzine o affini può, fin da ora, cambiare Comune. Prendere un impegno ora sulla moratoria degli sfratti mi sembra intellettualmente disonesto: non voglio scrivere cose che non siamo sicuri di poter attuare. Talvolta
    i vincoli di legge sono più complessi di quello che possiamo pensare. Sicuramente sarà analizzato ogni singolo sfratto, a costo di non dormire la notte, per cercare di capire se il provvedimento avviene per disagio o per scorrettezza dell’inquilino.
    Una statistica fa riflettere: ogni cittadino italiano, mediamente, ha a disposizione sette stanze e mezzo capannone. È politicamente e umanamente inaccettabile vedere gente dormire per strada anche alla luce di questi numeri.
    3
    L’occupazione di uno spazio deve essere non una minaccia ma un campanello di allarme per l’amministrazione: significa che qualcosa non funziona.
    Il Comune ideale è quello dove non esista l’esigenza di occupare uno spazio per fare cultura o per contrastare un disagio sociale. Tali luoghi dovrebbero essere “istituzionali”. Noi abbiamo un progetto per la “Casa delle Culture” che la riqualifichi come spazio gestito essenzialmente da persone under 30 e che abbia come fine sociale la contaminazione artistica e culturale, passaggio
    essenziale per arrivare ad un’integrazione vera. Il Comune farà da garante e userà la sua capacità di recepire fondi al fine di dare una dignità strutturale allo stabile. È chiaro che potrebbe non bastare questo per sopperire ad un disagio.
    Un Comune, come lo intendiamo noi, è la voce della città. Quando un luogo occupato diventa un vero spazio di produzione culturale e di contrasto al disagio, i primi a difenderlo sono i cittadini stessi. Il problema è quando ci si rinchiude nell’autoreferenzialismo e si confonde, anche in buona fede, una missione sociale con un semplice luogo di ritrovo per il sabato sera. Avendo vissuto a Roma, ho visto entrambe le cose e non possono essere considerate nella solita maniera semplicemente perché si riferiscono ai soliti valori.
    4
    La scellerata politica dell’ASL la stiamo contestando a tutti i livelli. Troviamo assurdo premiare i dirigenti esclusivamente in funzione della razionalizzazione dei costi. Stiamo parlando di salute e di vita della gente. È innegabile che vi siano delle inefficienze nel sistema ospedaliero ma sarebbe logico premiare un dirigente che riesca a ridurre le lunghe liste d’attesa per gli esami, oltreché,
    ovviamente, a contenere dei costi, là dove non si metta però mai in discussione il servizio per la collettività. La localizzazione del Nuovo Ospedale Apuano su una palude è demenziale. Appena entrati in Comune cercheremo di capire, in ogni modo, chi c’era dietro a questa operazione di compravendita di terreni. Cercheremo di bloccare la scellerata operazione di speculazione edilizia
    di 14 milioni di euro che riguarda il Vecchio Ospedale, destinato ad abitazione e a fondi commerciali (come se si facesse finta di non vedere le numerose case invendute e le centinaia di fondi commerciali, esistenti, sfitti). La politica sanitaria è di competenza regionale, anche qui il Comune ha poco margine. Attuare delle politiche che diano un sostegno al pagamento dei ticket
    sanitari, per le persone più deboli, fa già parte del nostro programma amministrativo.
    5
    In parte il progetto “Casa delle culture” risponde anche a questa esigenza: creare una contaminazione culturale. Quando vedremo un artista senegalese, rumeno o cinese che si esibisce e si racconta, non più come “immigrato” ma come essere umano, potremmo dire di aver fatto un grande passo culturale. Gli atti simbolici credo servano più alle nostre coscienze che non ai reali bisogni dei migranti. Bisogna istituire corsi d’italiano gratuiti, sportelli d’accoglienza per il disbrigo delle pratiche, far emergere il lavoro “nero” che spesso sfrutta, in maniera disumana, molte persone italiane e non, e molte altre cose. Anche qui dobbiamo cambiare il linguaggio: basta sentir dire “vucumprà” oppure “io non sono razzista però…”. La caccia all’ambulante si esaspera in un momento
    di crisi generale del commercio: quando i negozi vendevano e le attività erano proficue c’erano solamente solitarie e sporadiche lamentele. Ai commercianti bisogna dare decoro, ztl sensate, piano del commercio, raccolta differenziata ed eventi mirati. Il prendersela con l’ambulante è solo, come al solito, accanirsi col bersaglio più facile che, spesso, è il più debole.
    6
    Anche qui il problema è culturale e cercheremo di utilizzare ogni strumento per combatterlo. Trovo umiliante per le donne istituire quote rosa, doppie preferenze di genere o dire “votami perché sono donna”. Ti voto perché sei competente, onesto e hai una visione politica simile alla mia; poi puoi essere uomo, donna, gay, lesbica o transessuale. Le donne si aiutano con sostegni alla maternità, asili nido con graduatorie trasparenti ed eque, centri ludici e culturali per bambini, che permettano alle famiglie, che non si possono permettere baby sitter o asili privati, di poter lavorare liberamente,
    non solo come ovvia necessità ma anche come personale realizzazione professionale.
    L’aspetto più doloroso è che si perpetrano crimini contro le donne anche perché le vittime hanno timore di parlare e si rinchiudono nel silenzio, per vergogna e/o paura. L’istituzione di un “Centro d’ascolto” è necessario, non però in centro città come nel progetto comunale ma in un luogo
    appartato e rilassante (pensiamo a Villa Rinchiostra), dove non si debba avere timore di entrarvi per la paura di essere viste da un conoscente. Spesso le violenze avvengono nel nostro condominio e, molte volte, non ce ne accorgiamo o facciamo finta di non farlo. I soprusi sono nelle nostre strade, dove vediamo ragazze, vere e proprie schiave moderne, costrette a prostituirsi. Il dato è che in Italia, ogni anno, ci sono 9 milioni di clienti di prostitute. Statisticamente un uomo ogni quattro.
    Teresa Sarti Strada diceva “Se domani ognuno di noi facesse un piccolo passo verso gli altri, il mondo cambierebbe senza che neanche ce ne accorgiamo”. Ecco, se domani ognuno dei clienti di prostitute smettesse di farlo si leverebbe la terra sotto ai piedi a questi schiavisti, senza bisogno di leggi o ordinanze. Quest’uomo lo conosciamo perché può essere nostro padre, nostro fratello o il
    nostro migliore amico. Sottolineare questa abitudine o evento estemporaneo, non come una goliardata da maschio, ma come una violenza contribuisce a cambiare la rotta.
    Anche in questo il ruolo dei media è fondamentale: perché se viene uccisa una ragazza rumena, costretta a prostituirsi, il titolo sul giornale è “Prostituta rumena uccisa” e non “Ragazza di 25 anni uccisa”?
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    Il “NO al traforo della Tambura” lo urliamo con forza e senza timore di smentita. Le pratiche di avviamento della chiusura delle cave in cresta, illegali, sarà immediatamente avviata. Il Movimento ha combattuto al fianco dei No Tav, No Muos, No Dal Molin e molti altri comitati di lotta per la salvaguardia dell’ambiente in tempi non sospetti e continuerà a farlo.
    8
    A questa domanda credo di aver già risposto nel quesito numero 2.
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    Noi puntiamo molto sul turismo che, per essere fonte di ricchezza, deve essere de-stagionalizzato ed esteso su tutto il nostro territorio, dal mare alla montagna. Diventa necessario investire nel turismo culturale, sportivo, naturalistico e termale. Far lavorare un’attività significa avere una richiesta di
    disoccupazione in meno, da poter destinare a chi un’attività non ce l’ha. Bisogna ripensare l’economia, non come una semplice equazione di ricavi-spese, ma come ad una scienza sociale, dove si deve tener conto del benessere dei cittadini anche in termini ambientali, culturali e di qualità della vita.
    Se il Comune collabora col commerciante, in termini di semplificazione fiscale e continuo ascolto delle eventuali problematiche, riceverà in cambio una garanzia di giustizia (oltre quindi il concetto stretto di “legalità”), in termini di politica del lavoro. Se così non sarà (ma ribadisco che crediamo molto nella collaborazione dei cittadini-Comune, se questa è reciproca) l’Amministrazione
    combatterà con ogni strumento lo sfruttamento nei luoghi di lavoro.

  3. Gianmaria scrive:

    Questa è la risposta scritta dal candidato sindaco Alessandro Volpi:

    Ho letto le 9 domande e penso che abbiano tutte una risposta chiara nelle nostra Costituzione che io credo davvero, senza alcun infingimento, debba essere il faro non solo dei percorsi politici, ma anche di quelli amministrativi. Penso di averlo già scritto che il sociale è il settore dal quale si dovrà partire per ogni scelta degli anni futuri, sia in relazione alle diverse forme di aiuto alla persona sia in relazione al tema degli spazi che dovranno essere realmente pubblici. Ho scritto cosa penso sulla necessità di contrastare il lavoro nero, sotto ogni forma di mascherazione esso si presenti, sulla follia del traforo della Tambura e più in generale della logica delle grandi opere, e sulla necessità di contrastare con forza la speculazione edilizia, una piaga da combattere così come il consumo indistinto del territorio.
    Spero davvero che Massa sappia coltivare il senso comunitario dell’accoglienza; il termine comunità può far storcere il naso a molti ma io penso sia una dimensione importante per ricostruire un agire collettivo. Ti ripeto, credo fermamente nella Costituzione e nei suoi valori; sarà perchè ho avuto la fortuna di studiare le discussioni in seno all’Assemblea Costituente ma penso che ci sia lì la risposta alle domande che mi sono state poste. L’articolo 3 è il presidio della migliore storia del nostro paese e non accetterei mai di tradirlo.

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