Ma secondo voi perchè sono contro Beppe Grillo? (17/04/12)

Ma credete davvero che sia contro Beppe Grillo perchè difendo i privilegi di casta? Credete davvero che io sia dalla parte dei vari profittatori di turno? Pensate davvero che anch’io non ritenga che ci sia la necessità di una profonda trasformazione culturale e politica, una rivoluzione?

O ancora, pensate davvero che io voglia difendere i misfatti politici, economici, culturali di questa classe dirigente?

Ebbene, ve lo dico, una volta per tutte, no.

Penso al contrario che la predicazione (perchè di parole di un messia si tratta) del signorotto genovese sia perfettamente in linea con questo modello di pensiero, per vari motivi.

Ma qui voglio tralasciare i motivi più prettamente politici (dall’irruzione dell’uomo forte, al razzismo, dal qualunquismo, all’omofobia, dal maschilismo alla difesa dei privilegi di classe), per addentrarmi nell’ambito culturale.

Pensavo e penso che la battuta ammicante faccia parte della nostra cultura, ma che una società che vogliamo costruire da capo, debba estirparla con tutta la forza che ha in corpo. Il termine puttana, frocio, vecchio schifoso, e tanti altri che fanno parte del linguaggio da bar, sono distruttivi non solamente perchè portano a un decadimento culturale, ma anche perchè sono specchio di un modo di pensare prevaricante e escludente e, in quanto tali sono caratteristica quasi irrinunciabile di molti ambienti.  Pensiamo allo spogliatoio del calcetto, alla palestra, alla bottega, alla fabbrica.

Uno stravolgimento del linguaggio è uno stravolgimento dell’essere e quindi, forse, dell’agire.

Sono indignato dall’approccio di Grillo ai temi che affronta, non solamente per la sostanza, ma anche per la forma. Ma che la forma è sostanza non lo scopro certo io.

E trovo che dietro tutto questo ci sia un calcolo ragionato di farsi interprete delle viscere di una popolazione stanca e provata da crisi e berlusconismo. E che l’ammiccamento alla pancia, anziche alla testa del popolo sia pericoloso, non tanto perchè produce mostri (in fondo viviamo in un ambiente di mostri), quanto perchè rinuncia al primo compito della politica in quanto tale: incidere sulla popolazione e portarla a una crescita sociale, politica, culturale.

Dire che “Quando Vendola va in Confindustria, la Marcegaglia si alza e vorrebbe dargliela, ma lui niente, non la vuole” non è una battuta. E’ uno svelamento su una maniera d’essere e di pensare.

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