Lo confesso, sono fra gli avversari della prima ora di Beppe Grillo. Ho sempre sostenuto che le carattristiche del suo movimento fossero sostanzialmente di destra, interclassiste, prevaricatrici. Ho sempre pensato che l’idea di fondo che animava la mobilitazione dell’ex comico fosse quella di abbattere un sistema per sostituirlo con uno più autoritario, in cui fosse lui il catalizzatore, il punto di riferimento, lui e il suo impero economico-mediatico.
Lo svelamento è stato progressivo, come nei film migliori. E come nei film migliori è stato un crescendo di posizioni vergognose: dal sessismo all’omofobia, al razzismo, un continuo dialogo sussurrato alla peggiore pancia dell’italiano medio. Ed è inutile negare che è stata una cavalcata vincente, feroce come un assalto barbaro, capace di creare un sentimento comune e un immaginario collettivo nel quale molti bravi cittadini sono rimasti impelagati.
L’ultimo incredibile balletto col leader dei “fascisti del terzo millennio”, tuttavia, ha superato il limite della coscienza, della morale, dell’umanità. Mi ha indignato e schifato, convinto come sono che la diversità delle posizioni è ben accetta, ma non deve derogare all’Antifascismo come valore fondante di ogni realtà collettiva, politica, associativa.
Ed in tutto questo, non posso fare a meno di notare quale incredibile portata ha raggiunto l’offensiva culturale del signor Grillo, quando ha un esercito armato di tutto punto pronto a sacrificare ogni barlume di ragione in nome del proprio guru. Ancora stridono le unghie su quegli specchi in cui si arrampicano, servi del nuovo potere. Non corrono il rischio di discutere neppure un accenno del loro eroe e quindi si barcamenano in difese penose e perfino comiche. “E’ stato frainteso”, “Si è solo fermato a parlare con un ragazzotto”, “Non ha bisogno di definirsi Antifascista, perchè è la costituzione ad essere Antifascista”, e molte altre castronerie simili.
Molte sette hanno attraversato la storia dell’Umanità e tutte hanno avuto caratteristiche simili: le parole del capo non si discutono, si difendono. Tutti gli adepti hanno sempre dedicato la propria vita per il bene del capo, persino giustificando le peggiori amenità. Gli avversari sono sempre stati colpiti, denigrati, annientati.
Ma se fra voi, discepoli del nuovo messìa, ci fosse qualcuno ancora in grado di pensare con la propria testa, ancora nella possibilità di scegliere, ebbene forse questa è l’ultima possibilità: fuggite da quella mano ammaliatrice, tagliate quel legame asfissiante.
Potrete finalmente tornare a vivere e a pensare.