Cari nipoti, si sta avvicinando il 25 aprile, giorno della Liberazione, giorno più importante dell’anno, e finalmente trovo la forza di rivolgermi a voi per spiegare. Si, mi rendo conto che una volta per tutte occorre spiegare questo senso di appartenenza, di voglia di ricordare, di riproporre e di coinvolgere, che vostro zio, insieme a centinaia di suoi amici, fratelli e compagni, vive e respira in questi giorni. Già, quel vostro zio un po’ matto, che va alle manifestazioni con gli scontri, che occupa i centri sociali, che ha vissuto il G8 come il più alto momento formativo, che ha sempre voglia di parlare di politica, quando la politica è ormai diventata il mostro da cui prender le distanze…
Il 25 aprile è Liberazione dal Fascismo, è Resistenza intesa come lotta di un popolo contro le ingiustizie e le prevaricazioni. Il 25 aprile è ribellione allo stato di cose presenti, è Rivoluzione nella propria vita. E’ il momento sacro in cui un gruppo di ragazzi ha deciso di urlare il proprio diritto all’esistenza. E’ l’affermazione dell’uguaglianza fra tutti gli uomini, perchè non ci siano più Nazioni, non ci siano più nè sfruttati nè padroni e non ci siano più nè ricchi e nè poveri.
Il 25 aprile è l’urlo di coraggio di Tito Garosi, che si sacrifica per salvare la vita ai compagni in fuga e si suicida per non cadere in mano ai nemici fascisti e nazisti. E’ l’urlo di dolore di Aldo Salvetti, crocifisso alla porta a testa in giù, perchè non vuol rivelare il nome dei propri compagni, e che in punto di morte trova la forza di dire “… conoscerete il nome dei miei compagni quando verranno a vendicarmi…”, E’ il lamento della collina di S.Anna bagnata dal sangue di centinaia di innocenti. E’ il nome immortale di Di Nanni e della sua battaglia impossibile. E’ il pianto del paese di Forno, brutalizzato dalla barbarie. E’ l’epica del gesto, che sopravanza il pensiero, perchè retto dal pensiero più alto e sublime.
Il 25 aprile è la lotta di tutti i giorni, per la pace e la giustizia, con la forza di un “mai più” e la promessa di un “da ora”. Quella promessa tradita, che noi abbiamo il dovere di recuperare, perchè voi ragazzi possiate poi raccogliere quel testimone.
Ma soprattutto il senso del 25 aprile è nelle parole di quell’anziana partigiana che ricordava la cosa più bella di quell’esperienza che l’aveva segnata per tutta la vita, la lotta di Liberazione: “…ma più di tutto ricordo una cosa di quei giorni sui monti: quanto ci volevamo bene! Eravamo come fratelli, più di fratelli…”
Si, mi rendo conto che non sono riuscito nel tentativo di spiegare compiutamente il senso del 25 aprile, il suo essere un segno, un simbolo, un monito. E forse stavo parlando più a me stesso che a voi, che siete ancora troppo piccoli per coglierlo. Ma magari sarebbe sufficiente cominciare a respirarne l’aria, a Fosdinovo, a S.Anna, ovunque si festeggi e si ricordi. Perchè l’Antifascismo, l’Antirazzismo sono lo stare insieme, per progettare e realizzare nella vita di tutti i giorni.
Buon 25 aprile, Buona Resistenza
Vostro Zio
Emozionante.