Oggi è morto Prospero Gallinari, parte di un mio immaginario giovanile corrotto ma genuino.
E’ morto da prigioniero dello Stato, lui che lo Stato borghese ha sempre combattuto, proprio oggi che lo Stato, allo stesso tempo larva e parodia di sè stesso, è scomparso ed ha lasciato spazio al dominio del Capitale transnazionale.
E’ morto quando ancora la vendetta si stava consumando, 33 anni dopo il suo arresto. Quella stessa vendetta che aveva più volte assunto la forma della tortura.
Forse non attribuivamo lo stesso significato alla parola Comunismo, forse non avremmo mai percorso strade comuni. Sicuramente la sua storia personale, come quella di molti altri, ha avuto “senso” in quel particolare periodo storico.
Mi sento di dedicargli due pugni chiusi alzati al cielo: uno per il detenuto, uno per il comunista.