Nel giro di pochi giorni mi sono accaduti due episodi analoghi che m’han fatto pensare.
Un pomeriggio infrasettimanale, in un paesino dell’Alta Versilia dove lavoro, mi fermo a chiaccherare con un ragazzo del luogo, lavoratore nel sociale, una di quelle persone con cui scatta abbastanza naturalmente una simpatia reciproca, forse per il comune ambito lavorativo, forse per la comune appartenenza sociale. Mi spiega le difficoltà economiche di chi opera nel nostro campo, l’impossibilità di costruire un progetto di vita realmente completo e lamenta la disparità fra il popolo e i governanti. Io non posso che essere d’accordo e sottolineo tuttavia una mancanza generalizzata di reazione di fronte a tutte queste ingiustizie. Lui è d’accordo , condivide con me la mancanza di fiducia in nuovi imbonitori alla Beppe Grillo, poi esce con la frase incriminata: “Cosa dobbiamo fare? Forse, una nuova marcia su Roma?”
Passa una decina di giorni.
Mattinata infrasettimanale in quel di Marina di Massa, mi trovo a scambiare due parole con un signore di origine siciliana, da 40 anni abitante a Torino, pensionato, ex lavoratore delle poste. Commentiamo le immagini provenienti da un televisore che sparano con la solita bramosia il caso Nicole Minetti e il progressivo decadimento della politica amministrativa, e della televisione di informazione, insomma della società nel suo complesso. Lui sottolinea schifato la corruzione della classe politica, e mi vomita addosso la consueta accozzaglia di luoghi comuni, di eccessi di antipolitica, di appellativi offensivi verso il governo e i partiti. Io non replico e mi limito ad annuire. Finchè non arriva anche lui alla frase che non vorresti: “Ci vorrebbe un uomo forte… ora non proprio come lui… ma qualcuno simile a Mussolini”.
Chiaramente il collegamento fra le due scene è immediato e, nonostante due episodi non possano ovviamente essere rappresentativi, sono tuttavia emblematici, o quantomeno, dovrebbero far scattare un allarme.
C’è davvero voglia di Fascismo in Italia, fra la gente del popolo? Se anche in una terra oggettivamente antifascista come la nostra, si possono ascoltare frasi di questo tipo, il desiderio di autoritarismo sta ricomparendo?
Credo che nel complesso non si debba esaltare la portata di singoli episodi, ma altrettanto penso che non si debba sottovalutare una tendenza come questa, tanto più pericolosa, quanto più originata in ambito popolare. Non c’è, a mio parere voglia di fascismo, di uomo forte, di ritorno nostalgico ad epoche oscure. C’è tuttavia un’angosciosa richiesta di cambiamento, una disperata voglia di uscire dalla difficile situazione in cui siamo, una sacrosanta domanda di Altro. Ma c’è soprattutto la necessità di avere una prospettiva. Con l’abbandono delle idee egualitarie, con il rifiuto di ideologie che auspicavano il riscatto dei poveri, degli sfruttati, dei proletari, abbiamo negato al popolo, qui inteso nella sua accezione più neutra, prima di tutto la speranza nell’avvenire, nella rivolta, in un futuro di pace, pane e libertà. Gli abbiamo negato la speranza. E la possibilità di sentirsi partecipi a un’idea di trasformazione.
La colpa è di tanti, in primo luogo dei partiti della sinistra, che hanno sposato l’amministrazione dell’esistente come unico scenario possibile. Ma è anche colpa nostra. Perchè abbiamo tolto dal nostro vocabolario la parola Comunismo. E qui non si tratta di elaborazioni troppo teoriche e troppo distanti , che essendo viste come aleatorie e non realizzabili, non appartengono al concreto della vita. Si tratta di aver rinunciato a parlare della più bella speranza che l’Umanità abbia prospettato, quella dell’abolizione del privilegio della proprietà, dell’eliminazione della differenza fra padroni e classi popolari , della magnifica utopia “da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”.
Pensiamoci e torniamo a costruire. Perchè io vorrei poter rispondere a chi si augura un lugubre ritorno: “Caro amico la soluzione c’è. Costruiamola tutti insieme”.
E’ chiaro che un minimo di ignoranza di entrambe le persone scorge , ma anche tanti luoghi comuni e pezzi tratti dai tg e dalla carta stampata sempre più di
parte .
Cmq chiacchierando anche dalle mie parti si scorge tanto di quel falso perbenismo pronto a sfociare in razzismo e intolleranza , credo che ai giorni d’oggi la spaccatura netta tra le estremità di sinistra e destra sia tangibile e che ben presto ci troveremo a fare i conti contro l’altra fazione in maniera drastica .
Resistere e combattere tutto ciò che discrimina HLVS